INTERVISTA
Giuseppe Gola, Amministratore Delegato ACEA
Quella della decarbonizzazione è una sfida che dobbiamo vincere!
Fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Ma anche digitalizzazione, servizi smart e fibra ottica. Sono questi i volani del cambiamento, all’insegna della resilienza della rete? Certamente ...
venerdì 12 marzo 2021
Fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Ma anche digitalizzazione, servizi smart e fibra ottica. Sono questi i volani del cambiamento, all’insegna della resilienza della rete?
Certamente sì. Stiamo vivendo un cambiamento epocale che deve essere governato in ogni suo ambito e una fase cruciale della transizione energetica che coinvolge tutti, ognuno nel ruolo che ricopre. In tale contesto Acea è impegnata sia sul piano della produzione da fonti rinnovabili ma soprattutto nel suo ruolo di Distributore, poiché per essere in grado di assicurare la transizione energetica è essenziale guardare ai requisiti fondamentali richiesti a una rete di distribuzione: flessibilità, digitalizzazione, innovazione, resilienza.
Le reti di distribuzione devono essere sempre più digitali e automatizzate, e l’innovazione è un driver fondamentale che consente lo sviluppo di soluzioni di connettività fra tutti gli elementi distribuiti sulla rete, e fra questi e il sistema centrale di governo. Affinché ciò possa avvenire occorre anche una efficiente rete di tlc, e la posa di fibra ottica, che Acea sta portando avanti soprattutto per le cabine primarie (e più nel lungo termine per le assai numerose cabine secondarie), concorre allo sviluppo di una città integrata, dove la rete elettrica raccoglie tutte le informazioni necessarie a implementare e ottimizzare i servizi. La sostituzione dei contatori elettrici con i nuovi Smart Meters 2G che stiamo portando avanti va in questa direzione. Il nuovo sistema di smart metering abiliterà e favorirà infatti l’utilizzo di servizi avanzati per migliorare l’efficienza energetica e la salvaguardia ambientale, oltre a consentire interventi più rapidi ed efficienti sulle reti.
La contrazione economica di questi mesi ha avuto delle ricadute sul vostro business? Dalla sua posizione come vede il 2021 di ACEA e la pianificazione a medio – termine?
Gestiamo un business che è strutturalmente resiliente e dal punto di vista della performance siamo stati poco impattati dalla crisi. Il Gruppo ACEA nel 2020 ha mostrato risultati in crescita nonostante il contesto economico-sociale difficile a causa del perdurare dell’emergenza sanitaria, questo grazie al positivo contributo di tutte le aree di business, che hanno dimostrato una forte affidabilità e resilienza, agli importanti investimenti realizzati sulle nostre infrastrutture e alla continua attenzione dedicata all’efficienza operativa.
Il nostro Paese è fra i più virtuosi in Europa quando si parla di fonti rinnovabili. Cosa ci manca ancora per rilanciare la transizione energetica? Riusciremo a raggiungere la Carbon Neutrality al 2050?
Quella della decarbonizzazione è una sfida che dobbiamo vincere nonostante le difficoltà. Stiamo attraversando una fase determinante per la definizione e lo sviluppo di politiche energetiche che siano in linea con l’obiettivo comune della lotta ai cambiamenti climatici.
Gli obiettivi del PNIEC e ancor più quelli tracciati dal Green Deal mettono in risalto opportunità rilevanti ma allo stesso tempo evidenziano una serie di criticità che il sistema Paese deve affrontare. Mi riferisco soprattutto alle problematiche autorizzative, che influiscono sulla effettiva capacità di ottenere in tempi congrui e certi i permessi, per cui si è già accumulato un ritardo rispetto al percorso tracciato nel PNIEC. Nel business di Acea la decarbonizzazione è di fatto strutturale, in quanto produciamo energia attraverso centrali idroelettriche, termoelettriche (cogenerazione ad alto rendimento), impianti di digestione anaerobica (biogas) e impianti fotovoltaici. In questo ambito il Piano industriale prevede una crescita rilevante nei prossimi tre anni, per una generazione complessiva da fonti rinnovabili pari a circa il 70%. ACEA in questo momento sta, infatti, portando avanti un importante piano di sviluppo del fotovoltaico secondo un modello industriale che prevede di curare direttamente tutte le fasi, dall’iter autorizzativo alla realizzazione e gestione industriale degli asset, centralizzando tutte le fasi del procurement, a garanzia dell’efficienza sia tecnica che economica dei progetti.
Recentemente le istituzioni europee hanno approvato l’innalzamento al 55% della riduzione delle emissioni di gas serra al 2030. Ritiene che questo, alle condizioni attuali del mercato e considerata la crisi, sia raggiungibile?
Acea, insieme ad altre utility, aziende e investitori europei, è stata tra i firmatari dell’appello ai capi di Stato e di Governo e ai Commissari Europei per evitare i più pesanti effetti del cambiamento climatico e assicurare un rilancio sostenibile dell’economia, auspicando fra le altre misure la riduzione almeno del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030. Sono convinto che il contrasto al cambiamento climatico sia fondamentale per il futuro di tutti noi e che l’Europa e le imprese debbano dimostrare il massimo impegno possibile. Sono però necessari degli interventi significativi per poter raggiungere questo obiettivo. L’aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili attestato al 40% dall’International Energy Agency nel 2020 è sicuramente un fattore incoraggiante, accompagnato dal minor costo di produzione e di storage e dalla maggiore efficienza dei pannelli solari, ma occorre investire ancora per aumentare la capacità di produzione e per abilitare la rete di distribuzione dell’energia elettrica ai bisogni emergenti, in primo luogo la mobilità elettrica.
Come immagina il futuro dell’Italia? L’emergenza potrebbe aver innescato nuove opportunità per la definitiva affermazione della green economy?
L’Italia è stata uno dei 12 paesi che nel 2019 aveva già raggiunto gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati per il 2020, ovvero il 17% dei consumi coperti da energia rinnovabile, e questo significa che nello scorso decennio si è lavorato bene, procedendo nella direzione giusta. Per il 2030 gli obiettivi sono ancora più ambiziosi e il rilancio dell’economia deve necessariamente continuare sul percorso della green economy. Se pensiamo al settore energetico l’obiettivo centrale resta l’aumento della produzione da fonti rinnovabili e gli investimenti sull’efficienza energetica. In questo senso l’emergenza causata dalla pandemia ha sicuramente evidenziato la necessità di perseguire uno sviluppo sostenibile che il programma Next Generation EU intende mettere in atto favorendo tutte le iniziative che vanno nella direzione della green economy. È quindi essenziale che le aziende sviluppino una strategia di uso responsabile dell’energia e delle risorse per contrastare il cambiamento climatico e mitigarne gli effetti.