INTERVISTA
Maria Chiara Carrozza, Presidente Cnr
Cambiare approccio nei confronti della natura
Prima donna Presidente nella storia del Cnr, in precedenza anche la più giovane rettrice italiana: che messaggio dare alle ragazze che ogni giorno lottano con ...
venerdì 11 giugno 2021
Prima donna Presidente nella storia del Cnr, in precedenza anche la più giovane rettrice italiana: che messaggio dare alle ragazze che ogni giorno lottano con fatica e talento per darsi il futuro che meritano?
Alle giovani donne suggerisco di impegnarsi e studiare per realizzare il proprio progetto di vita professionale e le invito ad avere determinazione per prendersi il loro posto nel mondo del lavoro. Poi però sta alle istituzioni dare a tutti, donne e uomini, le stesse possibilità usando come principio guida quello della meritocrazia.
Seguire la ricerca da scienziata e da politica: quali le affinità e quali le differenze?
Dobbiamo recuperare il senso della politica come mestiere nobile di servizio per le istituzioni. Abbiamo il grande esempio di stretto rapporto tra scienza e politica dato da Vito Volterra, fondatore del Cnr. La mia esperienza mi ha permesso di capire meglio come funzionano le istituzioni.
I salari dei ricercatori, c’è una battaglia da portare avanti su questo argomento?
Certamente il nostro Paese deve competere di più sul piano degli stipendi e delle opportunità di carriera, altrimenti non saremo in grado di attrarre i ricercatori che hanno scelto di lavorare in centri e università all’estero, siano essi italiani o stranieri. Quello che auspico è arrivare ad avere un sistema di reclutamento europeo e la portabilità della posizione in tutti i centri di ricerca europei.
Perché la tecnologia ci fa così paura? Forse risveglia in noi dilemmi etici?
È l’antica paura della macchina che prende il sopravvento sull’uomo. Ma se si razionalizza è evidente come la tecnologia sia uno strumento nelle mani dell’uomo e al suo servizio. Pensiamo agli indubbi vantaggi che abbiamo ottenuto nel campo della sicurezza, della medicina e dei beni culturali, per fare qualche esempio, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie. L’uso che si fa delle innovazioni dipende dall’uomo. È l’essere umano che deve avere come obiettivo sempre il bene comune e l’interesse pubblico.
Il supporto del CNR alle imprese nel loro percorso digitale ed ecologico…
Tengo molto a questo ruolo dell’Ente perché la transizione digitale ed ecologica sono due grandi opportunità di sviluppo per il nostro Paese su cui la scienza è chiamata a rispondere in prima linea, sono le prime sfide strategiche che ci troviamo davanti. Il mio impegno è teso a far sì che il Cnr, forte delle elevate competenze che possiede in questi settori, sia un partner pubblico essenziale per sostenere la transizione.
Questa pandemia, alla luce della correlazione tra il degrado dell’ecosistema e il virus, cosa ci insegna? Quale l’impegno del Cnr sull’argomento?
La pandemia è stata una tragedia che però ha prodotto un’accelerazione di processi innovativi come la digitalizzazione e una maggiore consapevolezza del ruolo fondamentale della ricerca scientifica. Oggi tutti capiscono l’importanza dei vaccini e che non si possono sviluppare senza laboratori e senza la ricerca fondamentale in biologia molecolare, in immunologia, in virologia. Insomma: abbiamo imparato da questa pandemia che si deve tornare a investire nella ricerca. C’è bisogno ancora di studiare per capire cosa sia veramente successo, quali siano state le cause di questa pandemia, che non sono state ancora del tutto chiarite. A prescindere però dalle risposte sull’origine del Covid-19, abbiamo l’urgente necessità di cambiare approccio nei confronti della natura: dobbiamo operare una transizione ecologica se vogliamo contrastare le conseguenze del global warming o dell’inquinamento.
Dallo studio dei ghiacci, così sensibili ai mutamenti del clima, capiremo meglio il passato del nostro Pianeta?
Dallo studio dei ghiacci ricaviamo informazioni preziose sull’evoluzione delle temperature e sulla composizione dell’atmosfera del passato, fondamentali per delineare i trend futuri e per individuare potenziali misure per mitigare le conseguenze dei cambiamenti in atto. Al Cnr il progetto Ice Memory è dedicato proprio a questo.
C’è bisogno ancora di studiare per capire cosa sia veramente successo, quali siano state le cause di questa pandemia, che non sono state ancora del tutto chiarite.