SOCIETÀ
La siccità colpisce fiumi e laghi dell’intero Paese
Tra le concause il mancato riuso dell'acqua di depurazione
Una volta la principale preoccupazione legata al Po era lo straripamento del fiume, oggi si teme per la sua scomparsa. L’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità ...
giovedì 23 giugno 2022
Una volta la principale preoccupazione legata al Po era lo straripamento del fiume, oggi si teme per la sua scomparsa. L’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale del Po (AdBPo) ha definito quella di quest’anno la peggiore siccità che abbia colpito la pianura padana in 70 anni, dopo una primavera che Coldiretti registra come la sesta più calda di sempre sul pianeta a livello climatico.
L’aumento delle temperature stagionali (sono stati registrati fino a 2 °C in più rispetto alle medie stagionali nella Pianura Padana), la scarsità di precipitazioni invernali e la riduzione della neve, in particolare nelle Alpi meridionali, hanno portato a questa drammatica situazione.
Il fotografo amatoriale Alessio Bonin a fine marzo ha fotografato, nella riserva naturale di Gualtieri, cittadina sulle rive del Po in Emilia-Romagna, una nave mercantile emersa dalle acque. La nave è lunga 50 metri, risale alla seconda guerra mondiale e, negli ultimi anni, se ne poteva scorgere solo la prua. A Marzo era completamente visibile.
Secondo l’Autorità di bacino del Po, i livelli di tutti i laghi, a eccezione del Garda, sono ben al di sotto della media stagionale. Il livello del Po è quasi 3 metri sotto la media abituale ma anche il lago Maggiore sarebbe prossimo al minimo storico del 1946. A Pontelagoscuro, nel ferrarese, la portata è 301 metri cubi al secondo a fronte del minimo storico di 320. L’Adige ha una portata inferiore del 60 per cento rispetto a quella stagionale. Uno spiraglio di speranza s’intravede nei laghi alpini che, secondo l’Autorità di bacino del Piave, sarebbero pieni all’80 per cento, consentendo di guardare con cauto ottimismo ai mesi estivi.
Ma la siccità non risparmia più alcuna zona d’Italia. Roma non fa eccezione e lo si nota dalla portata del Tevere, che in città si sta riducendo a vista d’occhio. Le associazioni attive sulle sponde del fiume denunciano una situazione allarmante, che diventerà più evidente nei prossimi giorni e settimane. Dalle acque sono emersi i ruderi del Ponte Trionfale, detto anche Vaticano o Romano. Il ponte risale probabilmente all’imperatore Caligola, tra il 37 e il 41 d.C., e collegava Campo Marzio con il Vaticano. Si dice che vi passassero i trionfatori dopo le vittoria sulle province. In condizioni normali il ponte non si sarebbe mai visto.
In Umbria, evidenzia l’Osservatorio Anbi (Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), le scarse precipitazioni di maggio fan si che gli invasi del lago Trasimeno e della diga Maroggia sono praticamente dimezzati rispetto agli anni scorsi, ma non solo: il fiume Tevere, nel suo tratto iniziale, registra il livello più basso (35 cm) dal 1996.
“Noi l’allarme siccità lo abbiamo lanciato tre/quattro mesi fa, non è una notizia di oggi”- sono le parole di Erasmo D’Angelis, il segretario generale de l’Autorità di bacino del Tevere – L’arrivo di ondate di non cesseranno e non è possibile più inseguire le emergenze. Finché l’acqua arriva al rubinetto nessuno si preoccupa, ma ora la riduzione dei livelli dei laghi e corsi d’acqua è un dato drammatico”. In merito all’utilizzo improprio dell’acqua potabile, D’Angelis ha poi affermato: “Saremo condannati dall’Europa dal giugno del prossimo anno per il mancato riuso dell’acqua di depurazione. Abbiamo ottimi depuratori, anche con acqua di grande qualità, ma viene praticamente ributtata a mare”.
L’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale del Po (AdBPo) ha definito quella di quest’anno la peggiore siccità che abbia colpito la pianura padana in 70 anni.