INTERVISTA
Alessandro Marangoni, docente universitario e CEO di Althesys
L'energia per troppo tempo una risorsa data per scontata
Professore, in questi mesi si sente molto parlare di indipendenza energetica. Per l’Italia si tratta di un obiettivo concreto? La sicurezza energetica è un obiettivo ...
venerdì 17 marzo 2023
Professore, in questi mesi si sente molto parlare di indipendenza energetica. Per l’Italia si tratta di un obiettivo concreto?
La sicurezza energetica è un obiettivo fondamentale che deve diventare molto concreto per il nostro Paese. Negli ultimi mesi se ne è parlato molto, a volte anche in maniera un po’ confusa. Nell’attuale scenario, indipendenza non può significare autarchia ma certamente puntare maggiormente sulle risorse nazionali, in particolare sulle rinnovabili, è fondamentale. Già un decennio addietro, come si direbbe in tempi non sospetti, nelle analisi costi-benefici del nostro IREX Report evidenziavamo come uno degli effetti positivi dello sviluppo delle rinnovabili fosse proprio quello di contribuire a una maggiore supply security, riducendo i rischi di prezzo e di disponibilità dei combustibili fossili. Nel breve periodo diversificare i fornitori mondiali dell’energia è certamente una mossa opportuna ma nel lungo termine una reale riduzione della dipendenza dagli altri si potrà avere solo puntando sulle rinnovabili. Da questo punto di vista sarà necessaria anche una politica industriale che sviluppi la filiera tecnologica italiana per le rinnovabili e la smart energy.
Qual è l’impatto, da un punto di vista energetico, che ha la guerra tra Russia e Ucraina su un Paese come l’Italia?
L’effetto principale, al di là dei noti impatti sui prezzi e sugli approvvigionamenti, a mio parere, è sulla consapevolezza dell’importanza del tema energetico. L’energia per troppo tempo è stata data per scontata, ampiamente disponibile e a basso costo, un po’ come la risorsa idrica prima della recente siccità. La guerra ha reso evidente in tutta la sua drammaticità la necessità di una strategia energetica nazionale che punti al contempo alla diversificazione delle fonti e dei fornitori e che bilanci i tre punti chiave: sicurezza, economicità, sostenibilità. Il tema è così uscito dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori e ha reso evidente a tutti come la transizione energetica possa essere non solo un’opportunità per l’ambiente ma anche per ridurre costi e rischi dei consumi energetici. Più in concreto, l’effetto, positivo, è stato di rilanciare infrastrutture, come per esempio gli LNG terminal, fermi da troppo tempo o gli impianti da fonti rinnovabili bloccati da troppi veti e burocrazia.
Investire maggiormente nella green economy che ricadute avrebbe in termini economici e ambientali nel nostro Paese?
Green economy è un termine molto ampio, che abbraccia molteplici settori e va ben oltre l’energia. I benefici sono potenzialmente molto consistenti sia economici e sociali che ambientali. Se pensiamo, ad esempio, alla crescita dell’industria italiana delle tecnologie elettriche rinnovabili – a cui facevo riferimento prima – abbiamo stimato che al 2030 si potrebbero creare ricadute positive fino a 360 miliardi di euro con oltre mezzo milione di addetti, con benefici economici annui intorno al 2,5% del Pil di quell’anno. Pensiamo anche al biometano, che può contribuire alla mobilità sostenibile, al recupero e riciclo dei materiali dai rifiuti, al recupero dei fanghi di depurazione.
Lei che ne è Chief Executive Officer ci racconta la vision di Althesys?
La nostra è una società professionale indipendente che si occupa di ricerche economiche e consulenza strategica nel campo dell’energia, dell’ambiente e più in generale della sostenibilità. Una squadra di persone appassionate a questi temi che pensano che la creazione e la diffusione di conoscenza possa produrre valore condiviso. I nostri think tank, come l’IREX sul settore delle rinnovabili e l’industria elettrica, NET sul mercato elettrico, il waste strategy sul settore del waste management e Top Utility su quello dei servizi pubblici forniscono un supporto alle imprese e ai policy maker per creare sviluppo e valore in maniera sostenibile. Il confronto con le istituzioni e primari stakeholder, come il GSE con il quale collaboriamo da anni, è un momento fondamentale del nostro lavoro che va a beneficio di tutto il sistema.
Nell’attuale scenario indipendenza energetica non può significare autarchia, ma certamente puntare maggiormente sulle risorse nazionali è fondamentale