Come è cambiato in questi ultimi anni l’approccio dei politici al tema della sostenibilità?

Prima si proferivano molte parole vuote, che non puntavano veramente ad affrontare il problema.

Adesso, anche grazie al fatto che siamo dentro una cornice europea con traguardi specifici da raggiungere, e anche perché siamo pressati dai recenti e seri problemi energetici nati con il conflitto tra Russia e Ucraina, c’è un approccio molto più concreto.

Quanto conta l’ideologia e quanto la competenza nelle ricette che la classe politica propone per disciplinare questa delicata materia?

Premetto che io sono apolitica e apartitica, la mia sensazione è che su tematiche fondamentali come questa vi sia una continuità di obiettivi e una modalità di lavoro comune tra gli ultimi Governi che si sono succeduti, compreso questo in carica attualmente.

Dal punto di vista televisivo, la sostenibilità attira pubblico?

Il tema interessa tantissimo i giovani, quando vado nelle Università mi vengono poste domande così specifiche che spesso mi stupisco e sono molto ammirata dal livello di preparazione dei ragazzi.

Nelle trasmissioni dedicate alla materia non serve il nome alla moda, serve gente che brilli per una estrema competenza, che possa rispondere ai quesiti delle persone da casa.

L’attuale Governo come affronta le questioni ambientali?

Ha un approccio pratico, si muove in linea con l’Europa.

C’è tutta l’intenzione di lavorare seriamente, sarà il tempo a dirci quali saranno i risultati.

L’energia interessa tantissimo i giovani, quando vado nelle Università mi vengono poste domande così specifiche che spesso mi stupisco e sono molto ammirata dal livello di preparazione dei ragazzi