INTERVISTA
Simone Togni, Presidente Anev
Semplificazione centrale nella politica di sviluppo dell'eolico
Presidente, come valuta le prospettive dell’eolico nell’ottica del Recovery Plan e del ruolo strategico del nuovo Ministero per la Transizione Ecologica? Le prospettive dell’eolico nell’ambito ...
venerdì 21 maggio 2021
Presidente, come valuta le prospettive dell’eolico nell’ottica del Recovery Plan e del ruolo strategico del nuovo Ministero per la Transizione Ecologica?
Le prospettive dell’eolico nell’ambito del percorso che l’Italia ha immaginato per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione imposti a livello europeo sono molto buone poiché il Piano Nazionale Integrato Energia Clima chiede a questa tecnologia di raddoppiare l’attuale potenza installata. Per fare questo nel Recovery Plan è previsto un importante percorso di semplificazione delle procedure autorizzative che oggi stanno bloccando lo sviluppo delle nuove iniziative eoliche nel nostro Paese. L’eolico oggi ha raggiunto una maturità tecnologica tale da essere considerata, a livello mondiale, la tecnologia principe nell’ottica della decarbonizzazione al 2030. Per arrivare tuttavia a questi obiettivi era indispensabile iniziare da tempo un’opera di coordinamento che consentisse ai pubblici decisori di avere una Cabina di Regia per mediare le diverse istanze nell’ottica unitaria del bene del Paese. Proprio per questo la nascita del Ministero della Transizione Ecologica deve essere vista come uno sforzo meritorio di superamento delle attuali contrapposizioni e, ancor più significativa, è la nascita del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica che, coordinato dal Presidente del Consiglio Draghi, dovrebbe dirimere le varie controversie nell’ottica unitaria di raggiungere gli obiettivi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Oggi uno dei temi più caldi è quello della semplificazione…
Come dicevo la semplificazione è l’elemento centrale della politica di sviluppo dell’eolico in quanto questa tecnologia non ha più bisogno di incentivi ma solo di stabilizzazione dei ritorni economici nei vent’anni di vita dell’impianto. Senza processi e tempistiche chiare però le nuove iniziative non potranno essere realizzate. Il tempo medio di un’Autorizzazione Unica, che non dovrebbe superare i sei mesi, in Italia arriva a durare mediamente oltre cinque anni e questo comporta che la tecnologia prevista per l’impianto diventa spesso obsoleta quando il titolo viene rilasciato. Semplificare tuttavia non significa ridurre le attenzioni per il territorio e l’ambiente, ma individuare per ogni tipologia di intervento particolari attenzioni progettuali e mitigazioni ambientali che rendano l’attività imprenditoriale compatibile con l’area nella quale viene proposta. Quando il progetto corrisponde a tali criteri progettuali i tempi di risposta della pubblica amministrazione devono essere rapidi in modo da renderli compatibili con gli investimenti ingenti che tali iniziative necessitano.
La cultura sostenibile fa ormai parte della nostra mentalità economica e sociale? O ritiene che ci siano ancora settori più restii alla transizione green?
La cultura della sostenibilità è assolutamente connaturata all’uomo e con essa l’aspetto economico è rilevante ai fini delle scelte strategiche che la politica deve assumere. Fare eolico significa oggi non solo salvaguardare l’ambiente e combattere i mutamenti climatici, ma anche garantire un costo minore dell’energia elettrica e maggior livelli occupazionali per il nostro Paese. Questo deve essere comunicato con chiarezza alle popolazioni affinché si possa avere una corretta informazione rispetto alle scelte da fare. Come è evidente, non vi sono aspetti negativi nella scelta di percorrere con convinzione la strada della transizione energetica, se non per chi sostiene le istanze a difesa delle fonti fossili e degli interessi che in esse ancora resistono. Per questo motivo è necessario che i settori che più saranno colpiti dalla transizione ecologica siano quelli maggiormente coinvolti nel trasformare le loro aree di attività in investimenti coerenti con il percorso di decarbonizzazione intrapreso.
Nella Giornata Mondiale del Vento, quest’anno, il vento appunto è quello del cambiamento? Quali scenari vede per il futuro del sistema Italia?
La Giornata Mondiale del Vento è un momento che, da molti anni, celebriamo anche grazie all’ospitalità che il GSE ci ha sempre fornito, e nella quale facciamo annualmente il punto della situazione del nostro settore. Quest’anno purtroppo i numeri dell’eolico sono poco edificanti seppur nelle aste che si sono realizzate nel corso del 2020 il settore abbia confermato i numeri previsti dal PNIEC. Per il futuro, tuttavia, al nostro settore viene chiesto di passare dagli attuali 10 GW di potenza a quasi 20 e per fare questo è necessario uno sforzo importante finalizzato a tornare sui livelli di installazione annuale già avuti negli anni scorsi e superiori ai 1000 MW all’anno. I meccanismi di sostegno alle rinnovabili gestiti dal GSE hanno dimostrato di funzionare e con pochi e mirati correttivi potrebbero dare un importante impulso al settore industriale dell’eolico garantendo non solo il raggiungimento degli obiettivi, ma il contenimento ulteriore dei costi in maniera efficace. La conoscenza dei processi autorizzativi e dei meccanismi che regolano l’individuazione dei siti, l’iter autorizzativo e l’installazione degli impianti eolici, devono essere messi a disposizione del Governo affinché si possano individuare i migliori meccanismi utili alla crescita ordinata del settore elettrico nell’ottica della decarbonizzazione, e il GSE può essere il soggetto di collegamento tra l’industria e la politica.
ANEV e il terzo millennio. Come cambia, se cambia, il ruolo dell’Associazione?
L’ANEV nasce nel 2002 come esigenza di otto operatori pionieri dell’energia eolica in Italia, di avere una voce unitaria nei confronti delle istituzioni per poter avere un quadro normativo e regolatorio adeguato alla crescita del settore. Il prossimo anno la nostra associazione compirà 20 anni di attività e non posso negare che i successi ottenuti sono stati significativi e il numero di associati è cresciuto in maniera costante arrivando oggi a 98. Il settore è riuscito ad affermarsi con una presenza industriale forte e una voce unitaria autorevole poiché ha sempre cercato di costruire un percorso sano di crescita organica evitando le speculazioni e gli interventi di breve respiro. Molte sono tuttavia le battaglie ancora aperte sulle quali con caparbietà, ma sempre nel rispetto dei ruoli, l’ANEV continuerà a battersi. In questo ci piacerebbe poter essere sempre più il soggetto al fianco delle istituzioni per fornire quegli elementi di esperienza per svolgere con competenza le valutazioni necessarie a definire il quadro all’interno del quale il settore delle rinnovabili dovrà compiere il suo percorso di crescita fino a raggiungere la decarbonizzazione necessaria a combattere l’attuale crisi climatica e ambientale.