Vezzali
 

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INTERVISTA
Valentina Vezzali, Sottosegretario allo Sport
 

Per curare l'ambiente servono tempo e pazienza

 
 
 

Sottosegretario, lei ha affermato che per curare l’ambiente servono tempo e pazienza, un po’ come nella scherma… La crisi attuale ci ha insegnato però che ...

 
 

 

venerdì 22 ottobre 2021

 

 

Sottosegretario, lei ha affermato che per curare l’ambiente servono tempo e pazienza, un po’ come nella scherma… La crisi attuale ci ha insegnato però che di tempo non ne abbiamo più. Quali sono le politiche sostenibili che lei ritiene prioritarie nell’ambito dello sport italiano?

Purtroppo non c’è più tempo da perdere. Quella ambientale è un’emergenza e come tale va affrontata con determinazione e scelte radicali. In tal senso lo sport ha un ruolo di primo piano. Basti pensare al contributo che può fornire sui temi della mobilità urbana o della riqualificazione degli impianti e dei parchi pubblici. Per quanto riguarda il primo punto, lo sport può cambiare il volto delle città attraverso la realizzazione di piste ciclabili o percorsi pedonali utili anche al footing. Ma anche tramite il secondo punto si può incidere. Il PNRR, nel miliardo di euro previsto per lo sport, prevede proprio 700 milioni di euro da destinare sia a rigenerare gli impianti esistenti, sia a riqualificare i parchi pubblici urbani. Per ciò che concerne l’impiantistica sportiva, a partire dall’attuale bando “Sport e Periferie”, c’è già una particolare attenzione verso quei progetti che prevedono l’adeguamento degli impianti alle norme in tema di sostenibilità, come l’utilizzo di energie alternative quali quella solare, o l’uso consapevole dell’acqua. Lo sport poi punta a dare l’esempio, partendo anche dai grandi eventi. Il CIO per primo fa della sostenibilità un suo tema cardine, chiedendo a esempio ai Comitati organizzatori dei Giochi Olimpici di progettare “eventi sostenibili”. In tal senso Milano – Cortina 2026 sarà un’edizione che guarderà molto alla sostenibilità ambientale, con tutta una serie di azioni, progetti e investimenti che andranno lungo questa direzione, non soltanto auspicata dal CIO ma anche richiesta dal Governo.

Tutela ambientale e sostenibilità dei territori. Ne parlano tutti ma il COVID ci ha mostrato quanto poco viene fatto concretamente per preservare le risorse del nostro Pianeta. Come sta vivendo tutto questo come testimonial di Earth Day?

Come ha detto il Presidente Draghi, quella riguardante il clima e la sostenibilità è un’emergenza mondiale tanto quanto quella relativa al Covid. Dovremmo affrontarla con un grande senso di responsabilità ma soprattutto con la consapevolezza che siamo tutti coinvolti, nessuno escluso. È una sfida alla quale non possiamo tirarci indietro né tantomeno possiamo dire di non essere preparati. A livello mondiale serve sicuramente fare squadra, ma deve nascere tutto da ciascuno di noi, nella nostra quotidianità.

La proposta di una Superlega internazionale di calcio ha scatenato polemiche e sembra già conclusa. Non crede che atteggiamenti motivati da interessi economici “per pochi eletti” siano lo specchio di una gestione del potere poco attenta ai problemi, l’ambiente in primis, comuni a tutti?

La ricerca dell’interesse di pochi a discapito di molti è un tema sociale, economico, etico che riguarda tutto il mondo. L’episodio della Superlega ha avuto un’eco internazionale ma ci sarebbero tanti altri episodi o scelte che potrebbero essere prese a esempio. Dovremmo cambiare prospettiva: ragionare sulle conseguenze per tanti, anziché lavorare soprattutto per l’interesse dei pochi.

È stata testimonial della campagna #4women4earth. Violenza sulle donne e violenza sul pianeta. Qual è il contributo che lo sport italiano può dare nei due ambiti?

Lo sport può contribuire in maniera concreta, chi lo pratica deve essere in prima linea nel promuovere quegli atteggiamenti, anche nell’ambito agonistico, che vanno verso il rispetto dell’altro, in questo caso della donna, e dell’ambiente. Quello del “rispetto” è uno dei valori principali che lo sport riesce a promuovere. I più piccoli devono apprendere questa cultura, e così vivranno l’importanza del rispettare le regole, gli avversari, i compagni e l’ambiente circostante. È per questo che lo sport non può tirarsi indietro rispetto a importanti sfide sociali.

La sua carriera sportiva e i suoi successi, una pagina gloriosa dello sport italiano, parlano da soli. Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta in questa nuova avventura? Cosa sente di poter dare in questa nuova veste?

La scherma è stata la mia vita per oltre 36 anni e mi ha dato tanto. Adesso, in questa nuova veste, sono chiamata a dare il mio contributo a tutto il sistema sportivo italiano, in una delle fasi più difficili della sua storia: quella della ripartenza dopo la pandemia. In più ci sono le condizioni per una vera rivoluzione culturale che passa soprattutto dalla scuola. È per questo che sto lavorando per l’inserimento dell’insegnante di Scienze motorie sin dalla scuola primaria. L’obiettivo è quello di un’Italia più sportiva e questo non può che passare dall’investimento sul nostro futuro. È una sfida che sto vivendo con il massimo impegno.