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AMBIENTE E ENERGIA
Bovì, la prima prima italiana che produce carne a impatto zero
 

L'azienda adotta filiera corta e energia fotovoltaica

 
 
 

Gli allevamenti intensivi sono responsabili del 14,5% dei gas serra, di una maggiore diffusione di zoonosi e delle mutazioni degli agenti patogeni in ceppi più ...

 
 

 

lunedì 4 aprile 2022

 

 

Gli allevamenti intensivi sono responsabili del 14,5% dei gas serra, di una maggiore diffusione di zoonosi e delle mutazioni degli agenti patogeni in ceppi più pericolosi. Il consumo di questo tipo di carne tra gli esseri umani comporta: l’antibiotico-resistenza, perché al bestiame che vive a stretto contatto con i suoi simili vengono somministrati antibiotici per scongiurare l’insorgenza di epidemie; i danni da inalazione di gas e da consumo di acqua contaminata dai nitrati. Tuttavia a questo tipo di carne esistono alternative non dannose alla salute dell’uomo e dell’ambiente, una di queste è la realtà di Bovì-Carne genuina. È la prima startup ideata dai fratelli Assanelli, all’interno di un progetto, rivelatosi un successo anche in termini di crowdfunding. Abbiamo chiesto a Mattia, uno degli ideatori di Bovì – Carne genuina, cosa li ha spinti a rendere l’azienda di famiglia più sostenibile e capace di creare una rete tra allevatori, che hanno a cuore il benessere degli animali, del Pianeta e della salute dei consumatori, e ci ha raccontato “L’idea è nata nel 2016 quando lavoravo per un’azienda della grande distribuzione, che si occupa di produzione di insalate in busta. Quell’esperienza mi ha aperto gli occhi sulla quantità di sprechi alimentari che una filiera lunga può portare, così ho deciso di rendere il cibo di qualità prodotto all’interno dell’azienda di famiglia accessibile a tutti, con il supporto della vendita online.

L’ e-commerce che nell’Italia del 2016 era una rarità è stato di grande aiuto al nostro successo, tanto da far nascere una rete con diversi allevatori, accomunati dai valori di Carne Genuina, per riuscire a soddisfare le richieste di mercato.” Dinnanzi a questa risposta positiva dei consumatori Mattia Assanelli, ha lanciato una campagna di crowdfunding con un obiettivo di 150 mila euro da investire in marketing e nuovo personale. La risposta anche in questo caso è stata vincente tanto che la startup è andata in overfunding. Ma la diffusione di prodotti genuini distribuiti attraverso una filiera corta, non è l’unica peculiarità dell’azienda di Treviglio, infatti è il primo allevamento di bovini a impatto zero.

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A questo proposito Mattia ci dice “Negli ultimi 10 anni, sul tetto della nostra Cascina e su quelli delle aziende agricole con le quali collaboriamo, sono stati installati impianti fotovoltaici che producono energia per circa 150 famiglie compensando così il 60% delle emissioni di CO2 derivanti dal nostro allevamento. Dal 2021 siamo fieri di poter dire che la nostra realtà è a impatto zero”. Infatti il 40% delle restanti emissioni prodotte è stato compensato attraverso la piantumazione di 35 Baobab in Kenia, resa possibile grazie a un accordo con un’altra startup italiana Forever Bambù, leader nella piantumazione di bambù giganti.

Dal 2021 siamo fieri di poter dire che la nostra realtà è a impatto zero