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CULTURA
“L’albero”, il vecchio libro narra l’attuale rapporto tra natura e uomo
 

Il capolavoro di Shel Silverstein come spunto di riflessione

 
 
 

Un libro per bambini, ma rivelatosi utile spunto di riflessione per gli adulti sul rapporto attuale tra uomo e natura, è “L’albero”, scritto e illustrato ...

 
 

 

giovedì 26 agosto 2021

 

 

Un libro per bambini, ma rivelatosi utile spunto di riflessione per gli adulti sul rapporto attuale tra uomo e natura, è “L’albero”, scritto e illustrato dal poliedrico poeta Shel Silverstein nel 1964. Stampato in lingua italiana dalla casa editrice Salani, solo nel 2000, è una favola dal retrogusto amaro che in 64 pagine, mette in risalto la bontà di madre natura, rappresentata da un albero, e l’egoismo dell’umanità, rappresentato dal bambino. Oggi più che mai, questo libro è una lettura attuale che ci mostra lo sbilanciato rapporto tra uomo e natura, è un input per cambiare atteggiamento verso un mondo che da secoli si è dimostrato generoso nei nostri confronti, nonostante l’azione antropica lo stia devastando.

La storia inizia con il grande amore tra un bambino e un albero, il piccolo uomo gioca con le chiome e i rami dell’albero, ma il loro rapporto ricco di affetto reciproco inizia a scemare con la crescita del bambino, il quale smette di andare a trovarlo per diverso tempo, fino a quando un giorno sentendosi triste si trova a passare vicino al suo vecchio amico. L’albero felice di rivederlo, gli propone di giocare ancora con lui ma il bambino gli risponde che non ha più interesse per quel tipo di attività, ora ha un altro desiderio “…voglio dei soldi, puoi darmi dei soldi?”. L’albero gli spiega che non ha denaro, ma comunque lo aiuta donandogli i propri frutti e spiegandogli che può guadagnare dei soldi dalla loro vendita.

Per un po’ di tempo il bambino non va a far visita all’albero, ma in un giorno di sconforto, per la mancanza di una casa in cui ripararsi, si ritrova a parlare del suo malcontento con il suo amico di vecchia data, il quale gli risponde che lui non possiede una casa da regalargli ”… ma tu puoi tagliare i mie rami e costruirti una casa. Allora sarai felice”. Il bambino tagliò i rami costruì la sua casa e non tornò dall’albero finché non sentì la mancanza di una barca per fuggire. Anche in questo caso l’albero si rese disponibile ad aiutare il bambino donando il proprio tronco, affinché il suo amico umano potesse realizzare il proprio desiderio. Il bambino tagliò il tronco, costruì la barca e tornò dall’albero dopo tantissimi anni, per la precisione quando era vecchio. A quel punto dell’albero era rimasta solo la base del tronco e quando il bambino tornò dall’amico, gli disse che ormai aveva poche pretese, a lui sarebbe bastato un posto tranquillo su cui riposare. L’albero anche in quell’ultima occasione fu felice di diventare lo sgabello del suo vecchio amico.

Un racconto che ci fa pensare allo sfruttamento e all’ingratitudine dell’uomo nei confronti di madre natura, che un giorno non troppo lontano potrebbe smettere di essere lo sgabello dell’umanità, perché quest’ultima è riuscita a sgretolare anche quello.