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AMBIENTE E ENERGIA
Le coste italiane sono le più cementificate d’Europa
 

L'azione dell'uomo snatura il nostro litorale

 
 
 

Negli ultimi 20 anni abbiamo perso in media 5 km di costa naturale all’anno a causa della costruzione di nuove strutture artificiali, vale a dire ...

 
 

 

martedì 31 maggio 2022

 

 

Negli ultimi 20 anni abbiamo perso in media 5 km di costa naturale all’anno a causa della costruzione di nuove strutture artificiali, vale a dire una misura che equivale all’intero litorale di una località balneare come Fregene. Sono i dati che emergono dall’aggiornamento della banca dati Linea di Costa Italiana 2020, presentato da Ispra. 

Un elemento fondamentale per la pianificazione e la gestione dei litorali é la conoscenza dell’evoluzione costiera di lungo periodo, dovuta all’azione del mare, all’attività antropica e ai cambiamenti climatici. Per questo, l’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, svolge da 20 anni attività di analisi delle coste italiane con il costante monitoraggio della fascia costiera e della sua evoluzione nel tempo.

La costa è un’area in continua evoluzione e i suoi cambiamenti si evidenziano soprattutto in corrispondenza di litorali bassi e sabbiosi, con nuovi assestamenti della linea di riva e con superfici territoriali emerse e sommerse dal mare. La dinamica dei litorali dipende essenzialmente dall’azione del mare (moto ondoso, maree, correnti, tempeste), ma è influenzata anche da tutte quelle azioni dirette e indirette, naturali e antropiche, che intervengono sull’equilibrio del territorio costiero modificandone le caratteristiche geomorfologiche. L’estrazione di inerti dagli alvei dei fiumi, la messa in sicurezza degli argini e dei versanti montani riducono il flusso di sedimenti alle foci fluviali, destinato alla naturale distribuzione lungo i litorali. Gli insediamenti urbani e produttivi costieri, le infrastrutture viarie terrestri e marittime, incluse le opere di difesa costiera, invadono gli spazi marino-costieri e la loro presenza interagisce con la loro naturale evoluzione.

Oggi la linea di costa italiana misura circa 8.300 Km, di cui il 13% è occupato da opere artificiali come porti, opere di difesa costiera, opere idrauliche di impianti industriali, strutture artificiali a supporto della balneazione. Negli ultimi 20 anni, la costa artificializzata è aumentata complessivamente di oltre 100 km. 

Nell’insieme, la linea di retrospiaggia misura circa 4.000 Km, di cui solo metà restano naturali, mentre oltre il 20% è completamente occupato da opere artificiali, come infrastrutture viarie, abitazioni, lidi, siti produttivi. L’incremento in questo caso è stato di oltre 200 Km negli ultimi 20 anni. Il restante 30% si caratterizza come “urbano sparso”, occupato quindi in maniera parziale e discontinua da opere antropiche.

Le opere artificiali non deturpano solo le spiagge ma anche le zone retrostanti, vale a dire quelle che fanno da raccordo tra la spiaggia e il territorio circostante dove ogni anno dune costiere, terreno coltivato, vegetazione e formazioni naturali continuano inesorabilmente a scomparire.

Purtroppo le nostre coste hanno il triste primato di essere le più cementificate d’Europa, su di esse sono state realizzate 160 milioni di metri cubi di cemento. Un’emergenza ambientale che nessuno può ignorare.